Determinazione G00857 del 26 gennaio 2024 della Regione Lazio

Con la determinazione G00857 del 26 gennaio 2024 la Regione Lazio si è pronunciata sulla  verifica di assoggettabilità a V.I.A. sul progetto di “Realizzazione di un impianto per la selezione e il recupero delle terre di spazzamento”, Comune di Roma, Municipio III, località via Salaria n. 981proposto da AMA.

La Direzione Regionale Ambiente DETERMINA “DI RINVIARE il progetto di “Realizzazione di un impianto per la selezione e il recupero delle terre di spazzamento”, Comune di Roma, Municipio III, località via Salaria n. 981 A V.I.A. a norma dell’art. 27-bis del D.Lgs. 152/2006”

 

clicca sul link per scaricare la Determinazione-G00857-26-01-2024

clicca sul link per scaricare l’allegato DD-G00857-26-01-2024-Allegato1-istruttoria-tecn-amministrativa

 

 

 

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Convocazione riunione Osservatorio 9 febbraio 2024

L’Osservatorio Permanente è convocato per il 9 febbraio alle ore 18.30, presso la biblioteca della scuola Fidenae “Bibliopoint Fidenae” via Russolillo 64, per aggiornamenti in merito all’istanza di AMA per la realizzazione dell’impianto di trattamento per le terre di spazzamento nell’ex TMB a via Salaria 981.

 

 

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Paolo Marchionne – Richiesta convocazione commissione

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Assemblea capitolina – Mozione n. 124 del 21 novembre 2023

ASSEMBLEA CAPITOLINA – Mozione n. 124 del 21 novembre 2023

(ex art. 109 del Regolamento del Consiglio Comunale)

Mozione 124

___________

PREMESSO CHE

l’area di proprietà dell’AMA su via Salaria 981 che costeggia il Tevere ha una estensione di circa 3,4 ettari e in origine era uno stabilimento industriale,  si producevano le autoradio  della marca “Autovox”, era un’area destinata ad attività industriali  e  artigianali. All’inizio degli anni 2000 l’AMA compra l’area e assume anche una parte dei dipendenti che rischiavano di perdere il lavoro con la chiusura della fabbrica. L’area fu destinata ad attività di logistica, di deposito fino a quando nel 2006 non fu realizzato un impianto di trattamento meccanico e biologico dei rifiuti (TMB) con una capacità di trattamento di 750 tonnellate al giorno;

l’autorizzazione integrale ambientale necessaria per autorizzare l’impianto venne rilasciata dalla Regione che valutò il contesto come non urbano basandosi sulle carte del PRG del 1962, quello nuovo, che invece riconosceva lo stato di fatto con tutte le nuove attività e costruzioni che nel frattempo erano state costruire lungo la  via Salaria, era ancora in fase   di redazione e venne approvato solo nel febbraio del 2008;

l’attività dell’impianto di trattamento dei rifiuti è andata avanti  per  oltre  dieci  anni  fino  all’11 dicembre del 2018 quando prese fuoco  sviluppando una colonna di fumo lunga 5 km  e larga 1 km che ricoprì la città di Roma. Gli abitanti di Villa Spada, di  Fidene,  di  Serpentara sono stati fin dall’apertura dell’impianto sottoposti ai cattivi odori che rendevano l’aria irrespirabile. Le case sono a poche decine di metri dall’impianto e nel tempo è stato anche realizzato un asilo e altri servizi per i disabili;

il 3 novembre 2014, a seguito delle numerose proteste e richieste da parte dei cittadini di intervenire sui miasmi provocati dall’impianto, il Sindaco di Roma Ignazio Marino ha dato comunicazione ufficiale della chiusura dell’impianto entro il 31 dicembre 2015;

l’1 giugno 2015 è divampato un primo incendio all’interno del TMB, generando nubi di fumo  e odori sgradevoli che hanno impattato una vasta area della città;

nel corso del 2017 è stata presentata dai Comitati di Quartiere una denuncia per inquinamento ambientale e danno alla salute pubblica corredata da 1.300 firme;

nel 2018 viene istituito l’Osservatorio permanente NO TMB, che ha svolto il monitoraggio sulle emissioni odorigene prodotte, coinvolgendo numerose famiglie con circa 4.000 rilevazioni e presentando svariate segnalazioni relative ai rischi per la salute causati dall’impianto;

il 19 novembre 2018 viene prodotta da Arpa Lazio una relazione sul TMB Salario, in cui vengono evidenziate le seguenti problematiche: stoccaggio realizzato in modo approssimativo, norme violate nell’area “accettazione rifiuti”, saturazione della zona stoccaggio, cumuli di spazzatura che causano cattivi odori;

l’11 dicembre 2018 è divampato un secondo incendio di vaste proporzioni all’interno dell’impianto, interrompendone il funzionamento e generando una nube di gas tossici  e odori sgradevoli che hanno permeato l’area per molti giorni successivi all’evento;

il 14 gennaio 2019 la Sindaca Raggi ha fatto una comunicazione dichiarando che il TMB verrà chiuso definitamente e che al suo posto sarà realizzato il centro direzionale AMA.;

durante l’incontro dell’Osservatorio NO TMB, svoltosi il 17aprile 2019 nella Sala Consiliare  di piazza Sempione nel Municipio III, Stefano Zaghis, Amministratore unico di AMA, ha confermato che l’impianto situato in via Salaria si sarebbe trasformato in un centro polifunzionale costituito, tra l’altro, da Uffici gestiti dalla stessa municipalizzata dei rifiuti e una nuova destinazione d’uso di una parte dell’area,  che verrebbe riservata alla fruizione  del fiume da parte dei cittadini;

la Regione Lazio ha revocato l’AIA, l’Autorizzazione Integrata Ambientale a favore di AMA, con Determinazione Dirigenziale n. G11878 del 10 settembre 2019, dismettendo definitivamente l’impianto; tra le prescrizioni e le motivazioni a supporto della  revoca  oggetto della determinazione di cui sopra si citano:

  • la prescrizione, ad ogni modo, ad AMA S.p.A., e per essa, al proprio legale rappresentante pro tempore, di attuare, ai fini del ripristino dello stato dei luoghi del sito in questione, le procedure previste nella sezione “Gestione del fine vita dell’impianto”,  di cui all’allegato tecnico della Determinazione Dirigenziale n. B2520/2011/, e ss.mm.ii., nel rispetto delle vigenti disposizioni in materia di bonifiche, impatti ambientali e sanitari;

quanto comunicato dalla competente Direzione Rifiuti, risanamenti ed inquinamenti  di  Roma Capitale, con nota assunta al prot. n. 0084124, dell’1 febbraio 2019, con particolare riferimento all’intenzione di voler destinare in futuro l’area che ospita l’impianto TMB in questione a “Centro direzionale AMA e servizi per i cittadini”;

quanto comunicato dal Presidente del Municipio III di Roma Capitale, con nota assunta al prot. n. 0214972, del 19 marzo 2019, che, facendo proprie le posizioni dello “Osservatorio permanente per la chiusura dell’impianto TMB di via Salaria, 981”, avanzava le seguenti richieste:

  • la revoca della relativa AIA;
  • la definitiva rimozione di tutti i rifiuti presenti presso l’area che ospita l’impianto TMB in questione;
  • il cambio di destinazione d’uso della medesima area, attraverso un  percorso  partecipato;

la nuova valutazione dell’interesse pubblico originario prevalente, consistente nella volontà  di voler accogliere le istanze dei cittadini residenti nelle aree limitrofe all’area dell’impianto TMB in questione, destinando il sito in questione, una volta terminati i necessari interventi   di bonifica e ripristino summenzionati, ad utilizzi diversi da quelli industriali;

CONSIDERATO CHE

nella seduta del 17 gennaio 2022 della Commissione Consiliare Permanente Politiche ambientali del III Municipio, l’Assessora Alfonsi della Giunta Gualtieri ha  affermato  che l’area dovrebbe essere trasformata in un centro di economia circolare, con aree per parcheggi e riparazione mezzi e un centro di educazione ambientale;

nel corso del 2022 la Giunta Capitolina ha inserito fra i siti contaminati da bonificare le aree dell’ex impianto TMB di via Salaria 981, per le quali AMA sta eseguendo le attività  preliminari affinché si proceda ad una bonifica integrale, inclusa la  demolizione  dell’impianto TMB;

il 23 aprile 2023 si tiene all’interno del TMB un evento promosso dall’Assessorato all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti, Municipio III  e AMA sulla musica  e sulle  idee per ripensare, trasformare e restituire alla città gli spazi dell’ex TMB Salario. Dopo un complesso intervento di integrale bonifica e riqualificazione del sito, si pensa di trasformare l’impianto, con la collaborazione progettuale delle Università e risorse regionali, in  un  grande polo per attività destinate all’economia circolare e parco pubblico;

il 22 maggio 2023 tuttavia, l’A.M.A. ha richiesto alla Regione Lazio la procedura di VIA per un impianto di trattamento delle terre di spazzamento che vengono raccolte in tutta la città, installato nell’ex fossa del TMB e che tratterà 30 mila tonnellate all’anno, 100 tonnellate al giorno;

nel  DPCM  dell’8 giugno 2023 è presente alla scheda n.183 il progetto relativo all’Impianto  di trattamento delle terre di spazzamento, finanziato per 4 milioni di euro dalle risorse del Giubileo e per 565.000 euro da “altre fonti di finanziamento”, “assicurate dal Piano Investimenti di A.M.A. S.p.A. “. Lo stesso intervento, con numerazione 87, era già inserito nell’elenco degli interventi “urgenti e indifferibili” del Giubileo della Speranza pubblicato a gennaio  2023  e  a  sua   volta   contenuto  nella   proposta  di  programma  approvata  il   15 dicembre 2022 dal Governo e predisposta in precedenza dal Commissario Gualtieri;

il 30 agosto 2023 l’Assessora Alfonsi, in una sua dichiarazione, ha affermato che la nuova vita del Centro AMA Salario sarà il primo hub dell’economia circolare di Roma, un grande hub cittadino dedicato all’economia circolare e alla sostenibilità. Un centro per il recupero e   il riciclo dei Raee e materiali diversi, un centro del riuso per l’educazione e la formazione   alla sostenibilità, che punta sullo sviluppo delle competenze e delle filiere green, dalle ciclofficine alle sartorie sociali, dai laboratori per la riparazione degli elettrodomestici passando per l’artigianato del legno, del vetro e del ferro. Un luogo per dare una seconda vita a tutto ciò che può essere riparato e recuperato.  Nell’area  del sito  grande oltre tre  ettari è anche previsto il potenziamento della sede di AMA, la realizzazione di un Centro di Raccolta e un piccolo impianto di 30 mila tonnellate annue, per il trattamento e il recupero delle cosiddette ‘terre di spazzamento’;

con nota prot. CD116722 del 28 agosto 2023 è pervenuta al Municipio Roma III la richiesta di espressione di osservazioni in merito al progetto di realizzazione dell’impianto per il trattamento delle terre di spazzamento nell’ambito della procedura di verifica di assoggettabilità a VIA;

il 31 agosto 2023 il Municipio ha convocato una riunione dell’Osservatorio permanente NO TMB;

il 4 settembre 2023 si è dato inizio ad un workshop progettuale sull’area in oggetto  promosso dal Dipartimento di Architettura dell’Università Roma Tre, sulla base del dialogo con l’Assessorato al Ciclo dei rifiuti capitolino;

CONSIDERATO INOLTRE CHE

per anni i cittadini dell’area su cui insiste il TMB hanno subito per un periodo prolungato gli effetti negativi di un impianto caratterizzato da svariate inefficienze e problematiche, quali miasmi e fumi tossici, i quali hanno anche inciso sul valore delle proprietà immobiliari e il livello di degrado urbano;

il progetto del nuovo centro di raccolta e impianto di trattamento ha sostituito quello più   volte annunciato dall’Amministrazione di un’area dotata di funzioni pubbliche, tanto necessarie in un quartiere non servito adeguatamente, deludendo così le aspettative di  lungo corso di chi vi risiede;

non c’è stato un confronto con la cittadinanza e il Municipio III sulla nuova destinazione del TMB,  compromettendo la fiducia che i residenti ripongono nelle istituzioni e nella parola  data da chi è stato eletto promettendo una città diversa, vicina alle persone e alle periferie;

la procedura amministrativa volta ad autorizzare la realizzazione dell’impianto suddetto appare incompleta, in quanto non risultano pervenute né l’Ordinanza del Sindaco in veste   di Commissario Straordinario di Governo per il Giubileo 2025, come previsto dall’art. 13  della Legge n. 91 del 2022, né la richiesta di variante al Piano Regolatore Generale  di Roma, finalizzata ad ammettere un intervento di tipo diretto e rimuovere la necessità di pianificazione attuativa dell’intero ambito PRINT entro cui andrebbe a ricadere l’impianto;

il Dipartimento di Prevenzione della ASL RM1, la UOC Servizio Igiene e Sanità pubblica in data 29 settembre 2023, ha rilevato diversi fattori escludenti inerenti al sito e richiede, pertanto, un approfondimento generale sui suddetti aspetti, contestualizzandoli in relazione alla popolazione residente e all’impatto che l’impianto avrebbe in termini di salute umana;

L’ASSEMBLEA CAPITOLINA IMPEGNA

il Sindaco, anche in quanto Commissario per il Giubileo, e la Giunta Capitolina affinché:

  • valuti quanto contenuto nella mozione di impegno votata dal Consiglio Municipale di Roma III Montesacro in data 14 settembre 2023;
  • promuova una verifica complessiva sull’utilizzazione dell’intero sito in questione avendo cura delle diverse compatibilità funzionali e ambientali che caratterizzano l’area e dello stato di attuazione della bonifica del sito;
  • la verifica di cui sopra avvenga attraverso una Commissione appositamente costituita che svolgerà i propri lavori entro 60 giorni dalla sua costituzione, così composta: dal Direttore Generale di AMA, dall’Assessore all’Agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti, dal Presidente della Commissione Ambiente, dal Presidente del Municipio, da una rappresentanza dell’Osservatorio Municipale sui rifiuti. Ai lavori della Commissione partecipano tecnici ed esperti nominati dagli stessi partecipanti;
  • l’esito della verifica di cui sopra venga restituito in una seduta della Commissione Capitolina Ambiente;
  • l’Osservatorio Municipale sui rifiuti e il Municipio Roma III vengano comunque coinvolti in tutte le ulteriori fasi di progettazione e trasformazione del sito;
  • il coinvolgimento dei cittadini di cui al punto precedente avvenga in tutti i territori di Roma Capitale nei quali sono previsti impianti di trattamento dei rifiuti”

F.to: Caudo, Palmieri, Baglio, Parrucci, Luparelli, Michetelli, Bonessio, Converti e Fermariello.

_____________________________________________________________________    ___ La presente mozione è stata approvata all’unanimità dall’Assemblea Capitolina con 31 voti favorevoli, nella seduta del 21 novembre 2023.”

Clicca sul link per scaricare la mozione 124 del 21 novembre moz124-2023

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Assemblea capitolina – Discussione mozioni sull’impianto AMA Salario

Assemblea Capitolina del 21 novembre 2023 – Discussione mozioni sull’impianto AMA Salario al minuto 2:27:39.

cliccare sul link
https://streaming.comune.roma.it/portal/watch/commission/60519612-073b-46a7-9de4-4eb096f60a2b

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CONVOCAZIONE URGENTE RIUNIONE OSSERVATORIO

L’Osservatorio Permanente NO TMB è convocato per giovedì 23 novembre ore 18.30 presso la biblioteca dell’Istituto Comprensivo Fidenae
“Bibliopoint Fidenae” via Russolillo 64

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Consiglio straordinario nel Terzo Municipio sull’impianto Ama Salario e sull’area di Smistamento a Villa Spada.

Giovedì 9 novembre 2023, alle ore 13, si terrà un Consiglio straordinario nel Terzo Municipio sull’impianto Ama Salario e sull’area di Smistamento a Villa Spada.
 
Questo è un momento importante per la nostra comunità, è necessario partecipare attivamente per difendere la nostra salute e il nostro territorio.  
 
Mai piu’ rifiuti dentro AMA Salario
Vi aspettiamo il 9 novembre alle ore 13 a piazza Sempione 15.
 
Clicca qui per il file pdf 150172_conv_cons_09_11_2023
 
 
 
 
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Come sono gli impianti di spazzamento e che cosa propone AMA per il Salario? di Giovanni Caudo

 
Le ragioni della contrarietà alla scelta di AMA di collocare un impianto di spazzamento nell’area dell’ex TMB Salario le ho illustrate nel post precedente, “Perché il Salario è differente”. Le istituzioni, la Regione per prima, hanno sancito che quel sito non è idoneo a ospitare gli impianti e quando nel 2019 è stata cancellata l’autorizzazione che consentì di localizzare lì il TMB per il trattamento dei rifiuti, si è rimediato a un errore, che però nel frattempo era costato ai cittadini del Salario, di Villa Spada e di Fidene, dieci anni di sofferenze.
 
Non siamo in preda a nessuna sindrome Nimby, e non diciamo no a prescindere.
 
Ma invece quelli che dicono va bene alla proposta di AMA sanno cosa sta facendo AMA, si fidano a scatola chiusa di AMA o dicono si a prescindere? Della serie, facciamo questi impianti ovunque e comunque perché dei rifiuti sotto casa non ne possiamo più? E’ questo un buon modo di decidere? Si fanno in questo modo scelte che comportano investimenti con soldi pubblici e che usano aree ed edifici pubblici?
Deve essere l’esasperazione da rifiuti la fonte delle decisioni? E la politica che pensa di scegliere su questa esasperazione è buona politica? E se invece questo modo di decidere fosse proprio la causa dei mali di Roma, che insegue da sempre le soluzioni vere ai suoi problemi ma non li trova mai?
L’opposizione degli abitanti del Terzo Municipio alla decisione di AMA ha questo valore ed è nell’interesse della città, altro che no a prescindere e sindrome Nimby. Si tratta di cittadini che per quello che hanno subito stanno ancora aspettando le scuse dai sindaci e dagli assessori che per anni hanno negato l’evidenza dei disagi a cui erano sottoposti.
 
Come sempre mi interessa stare nel merito delle questioni, solo così Roma potrà uscire dalle emergenze che l’attanagliano.
Proviamo quindi a dare qualche informazioni in più.
 
In Italia ad oggi ci sono 18 impianti per il trattamento delle Terre di spazzamento e di sabbie fognarie (nella foto ci sono 11 di questi impianti).
La loro localizzazione è sempre all’interno di aree in cui ci sono altri impianti di trattamento di rifiuti, in alcuni casi si trovano nella stessa area di un termovalorizzatore (Silla a Milano, Aprica a Brescia, Iren a Piacenza).
La dimensione dell’impianto di trattamento delle terre di spazzamento (del capannone per dirla semplice) in tutti i casi non supera mai i 2.200 mq e quasi tutti trattano mediamente 30.000 tonnellate di rifiuti l’anno tranne quello di Montemurlo in Toscana che su una superficie di 1.800 mq ne tratta 60.000 t/anno.
 
Cosa propone invece AMA?
L’impianto proposto da AMA per il Salario occupa un edificio di 7.000 mq, il triplo delle dimensioni di uno qualsiasi tra quelli oggi esistenti in Italia, e tratterebbe 30.000 t/anno di rifiuti, ma si è scritto che intanto ne tratterebbe 17.000 t/a.
Quindi l’AMA ha presentato alla Regione Lazio per poter riavere le autorizzazioni un progetto che impegna un edificio grande il triplo di tutti gli altri impianti presenti in Italia per trattare un quantitativo, almeno nella prima fase, che è pari alla metà di quanto trattano gli altri impianti in Italia. Non mi sembra un dato che mostra una particolare efficienza.
Inoltre, l’AMA ha detto che nel resto dell’area del Salario si verrebbe a costituire un hub dell’economia circolare, sebbene non ha mai fatto vedere dove e come si realizzerebbe questo hub e da cosa sarebbe composto. Nel progetto presentato in Regione Lazio non ce n’è traccia. Segnaliamo però che nessuno, dico nessuno, dei 18 impianti presenti in Italia ha intorno a sé un hub di economia circolare, ma solo altri impianti di trattamento di rifiuti e a volte anche un termovalorizzatore.
Infine, se l’impianto di trattamento delle terre di spazzamento occupa un fabbricato di 7.000 mq a cui si devono aggiungere gli spazi esterni per l’ingresso dei camion, per la raccolta delle terre ecc.. in quale parte dell’area del Salario verrebbe realizzato questo hub dell’economia circolare? E la recente affermazione secondo cui il sito di Villa Spada sarebbe “perfetto” per la trasferenza sul treno dei rifiuti per portarli al termovalorizzatore di Pomezia, come si concilia con l’hub dell’economia circolare?
 
Se con questa scelta di AMA si compromette l’uso di un complesso immobilaire come quello del Salario solo per metterci lì un impianto che nelle altre città occupa si o no un capannone di 2000 mq è una scelta giusta, oculata? E dato che quell’area non è idonea agli impianti, non si tratta di un errore doppio?
 
Chiedere, come fanno i cittadini riuniti nell’Osservatorio NoTMB, di rivalutare il progetto non è quindi nell’interesse di tutti i romani? Non sarebbe il caso di fare esattamente il contrario di quello che AMA sta facendo: prima definire l’uso di quell’area come hub dell’economia circolare, che vuol dire trattare le materie prime seconde, quelle che aiutano il riciclo, il riuso e la riparazione, e poi verificare se e come metterci anche dell’altro?
 
Forse i cittadini di Villa Spada, Fidene, Serpentara hanno ragione a diffidare e a dire no, e non lo fanno solo per loro ma per Roma: basta favole in busta per nascondere l’incapacità di AMA di gestire una questione complessa come i rifiuti a Roma.
 
Questi i dati sugli impianti delle terre di spazzamento in Italia.
 
1. Impianto AVR – Via degli Abeti 1 GUIDONIA MONTECELIO (RM)
30.000 Tonn./anno per 1.800 mq. Nello stesso sito si trovano altri due impianti per trattamenti diversi ed un totale di 20.000mq di superficie.
Localizzato in un’area a destinazione industriale/commerciale e vicino al Distretto Sanitario Guidonia G-2.
 
2. Impianto Amsa – Via Silla, Milano
29.500 Tonn./anno per 2.170 mq. Si trova all’interno del complesso del Termovalorizzatore Silla2.
L’impianto rappresenta una piccola parte dell’area interessata dal termovalorizzatore, che ha una superficie complessiva di 102.500 mq circa, di cui 22.800 mq occupati dalle strutture dell’impianto (superficie coperta).
 
3. Impianto Ecocentro Toscana – Via dell’Artigianato 51, MONTEMURLO (PO)
60.000 Tonn./anno per 1.800 mq. Unico impianto di trattamento rifiuti nell’area.
 
4. Impianto Aprica – Via Codignole 32, BRESCIA
60.000 Tonn./anno per 1.800 mq. All’interno del Termovalorizzatore di Brescia.
 
5. Impianto Balestrieri – Ariano Irpino (AV)
30.000 Tonn./anno per 2.000 mq. Unico impianto di trattamento rifiuti nell’area.
 
6. Impianto IREN – Strada borgoforte 22, PIACENZA
29.700 Tonn./anno per 1.600 mq. All’interno del Termovalorizzatore IREN di Piacenza.
 
7. Impianto Econord – Via don Luigi Meroni 56, FIGINO SERENZA (CO)
29.700 Tonn./anno per 1.700 mq. All’interno del complesso per il trattamento di rifiuti a Figino Serenza.
 
8. Impianto CEM – Via Salvo D’Acquisto, LISCATE (MI)
29.700 Tonn./anno per 1.600 mq. In un’area di circa 15.000 m2 con due edifici produttivi e uno di uffici.
 
9. Impianto Falck Renewable – Via Maestri del lavoro 6, GORLE (BG)
63.000 Tonn./anno per 1.800 Mq.
 
10. Impianto Rive – Fusina (VE)
70.000 Tonn./anno per 1.250 mq. All’interno di un progetto con 5 linee di trattamento e recupero dei rifiuti.
 
12. Impianto SMAT di Castiglione Torinese
30.000 Tonn./anno. All’interno dell’impianto di depurazione.
 
 
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Perché il Salario è differente? di Giovanni Caudo

 
Ogni volta che ci si dichiara contrari all’impianto di spazzamento che AMA ha programmato di inserire nell’area di via Salaria 981 si ricevono le solite accuse di avere la sindrome “Nimby”, oppure si osserva sul perché bisognerebbe avere per l’area del Salario un comportamento diverso da quello riservato ad altre aree con impianti che sono presenti sul territorio di altri Municipi.
 
E’ il caso allora di mettere in fila il perché il Salario è differente e il perché la battaglia dei cittadini del Municipio III contro la scelta di localizzare lì l’impianto è non solo giusta ma sacrosanta. Si tratta di una chiara ed evidente lotta di giustizia spaziale.
 
L’area di proprietà dell’AMA su via della Salaria 981 e che costeggia il Tevere ha una estensione di circa 3,4 ettari e in origine era uno stabilimento industriale, si producevano le autoradio della marca “Autovox”, era un’area destinata ad attività industriali e artigianali. All’inizio degli anni 2000 l’AMA compra l’area e assume anche una parte dei dipendenti che rischiavano di perdere il lavoro con la chiusura della fabbrica. L’area fu destinata ad attività di logistica, di deposito fino a quando l’assessore comunale Di Carlo non propose di trasformarla per realizzare lì un impianto di trattamento meccanico e biologico dei rifiuti (TMB). L’autorizzazione integrale ambientale necessaria per autorizzare l’impianto venne rilasciata dalla Regione che valutò il contesto come non urbano basandosi sulle carte del Prg del 1962, quello nuovo, che invece riconosceva lo stato di fatto con tutte le nuove attività e costruzioni che nel frattempo erano state costruire lungo la Salaria, era in fase di redazione e venne approvato solo nel 2008.
L’attività dell’impianto di trattamento dei rifiuti è andata avanti per oltre dieci anni fino al dicembre del 2018 quando prese fuoco. Gli abitanti di Villa Spada, di Fidene, di Serpentara sono stati fin dall’apertura dell’impianto sottoposti ai cattivi odori che rendevano l’aria irrespirabile. D’altronde le case sono a poche decine di metri dall’impianto e nel tempo si è anche realizzato un asilo e altri servizi sociali che ospitano i disabili. Guardando le carte sulla base delle quali sono state concesse le autorizzazioni per l’impianto intorno c’era poco o nulla. Invece la situazione reale è che se si fa centro sull’impianto per un raggio di soli 500 metri la popolazione coinvolta è di qualche decina di miglia di abitanti. Quell’impianto lì semplicemente non ci doveva stare, è in un sito per attività di servizio e artigianali ma non consente il trattamento dei rifiuti.
Quando scoppiò l’incendio nel 2018 la battaglia dei cittadini fu determinante per non farlo riaprire, altre volte c’erano stati incendi, sebbene di entità più lieve, ma ben presto l’impianto era stato rimesso nuovamente in attività. Nel 2018 invece si apri un percorso che grazie alla determinazione dei cittadini organizzati nell’osservatorio permanete ottenne il ritiro dell’AIA, l’autorizzazione integrale ambientale, era il 12 settembre del 2019 a conclusione dell’istruttoria condotta dalla Regione Lazio su indicazione dell’allora Assessore Massimiliano Valeriani.
Un risultato importante quello in cui i cittadini e l’istituzione municipale insieme avevano rimediato all’errore iniziale che comportò un decennio di sofferenze per i cittadini a causa dei miasmi emessi dall’impianto. Miasmi che hanno comportato malattie, disagi; l’osservatorio tra l’agosto e il settembre del 2018 censì con delle schede il tipo di disagio alla salute. L’elenco testimoniato dai cittadini era impressionante e i cattivi odori furono censiti nei giorni e nelle ore in cui erano emesse e nelle quali anche respirare diventava difficile.
Il ritiro dell’AIA ha significato riportare l’area a utilizzazioni sostenibili coerenti con il carattere urbano del contesto, per questo fin dall’inizio l’ipotesi di riusare l’area dell’ex TMB prima per un centro direzionale di AMA e poi per un centro per l’economia circolare basato sulle tre “R”, riuso, riciclo e riparazione è sembrata la soluzione più coerente per mettere a valore l’area di proprietà di AMA e restituire una vita e un contesto dignitoso ai cittadini.
Come Roma Futura ci stiamo impegnando a riportare la discussione sul merito e non siamo certo contrari agli impianti e non siamo ignari dell’importanza della chiusura del ciclo die rifiuti, ma la scelta del Salario è sbagliata perché ripropone l’errore commesso già dall’amministrazione comunale nel 2008 e contraddice la lotta per la cancellazione dell’AIA e la decisione politica della giunta di Zingaretti di certificarne la cancellazione. Mettere lì un impianto vuol dire tornare indietro noi invece vogliamo guardare al futuro, vogliamo andare avanti. Si al futuro, no al passato con i rifiuti.
Quindi possiamo dire che siamo contrari all’impianto di spazzamento in quel sito perché contraddice tutto questo percorso? Possiamo dire che siamo contrari a quell’impianto perché compromette la possibilità di ripensare il futuro e andare oltre? E ancora, possiamo dire che essere contrari all’impianto significa che bisogna ripartire dal riprogettare il futuro di quell’area dentro alle politiche dell’economia circolare ed evitare che una logica tutta e solo tecnocratica ci dissipi una risorsa patrimoniale così importante?
E’ per tutto questo che siamo impegnati e condividiamo il percorso dei cittadini.
 
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Convocazione riunione Osservatorio 11 ottobre 2023

Convocazione riunione Osservatorio
Mercoledì 11 ottobre 2023 alle ore 18.30,
 è convocata la riunione dell’Osservatorio Permanente NO TMB Ama Salario presso la sede municipale di Piazza Sempione 15.

 

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